Analisi dei flussi di cassa o report indici di bilancio?

Analisi dei flussi di cassa o report indici di bilancio?
Analisi dei flussi di cassa perché è importante farla?
E’ sufficiente fare solo un’analisi dei flussi di cassa o è necessario analizzare anche altre poste di bilancio attraverso gli indici di bilancio?
Non ti parlerò di formule, indici, rapporti e confronti tra indicatori ecc… molti già ne parlano nei Social professionali, in maniera approfondita o meno.
A ottobre 2019, sono stati pubblicati i nuovi indici della crisi impresa, che servono a determinare se l’azienda è in crisi o meno se va segnalata all’OCRI, o se corre dei rischi futuri, in quel caso deve intervenire per non peggiorare la situazione e recuperare quanto possibile.
Voglio sensibilizzare la gente sull’argomento, molti ancora non si sono adoperati per affrontare tale adempimento, voglio parlarti non tanto dell’obbligatorietà per certe aziende ma della sua utilità come strumento di prevenzione all’interno delle imprese.
Hai mai sentito questa frase “CASH is KING” il denaro è re, la cassa è un indicatore piuttosto importante, ha un certo peso rispetto agli utili.
Gli utili sono in un certo senso influenzati da scelte diverse, ricorda un’azienda può fallire anche con utili, se non si fa attenzione alla liquidità e i flussi di cassa aziendali.
La pianificazione dei pagamenti nei cicli aziendali
Utile non significa cassa, è importante chiarire questa cosa perché spesso la gestione aziendale ha cicli diversi di gestione, pertanto c’è uno sfasamento temporale tra il ricavo e l’incasso del credito, tra il costo e il pagamento del debito.
In certe attività aziendali dove le commesse sono molto lunghe, le rimesse a saldo si hanno a distanza di molti mesi, non è possibile avere tutto l’incasso nel momento della vendita, questo crea uno sfasamento da ricavo e entrata, è necessario intervenire con i giusti strumenti bancari e attuare una corretta pianificazione.
Quando si dilaziona eccessivamente, si hanno insoluti non previsti, si danno troppi sconti ai clienti, ecco che la liquidità inizia a mancare.
La cassa non mente
Mentre l’utile è un elemento che in Bilancio può “mentire” la cassa NO è un indicatore piuttosto certo.
E’ uno dei principali elementi che valutano le banche quando chiedi un finanziamento. Crei liquidità?
Le banche considerano i valori aziendali secondo propri criteri di riclassificazione finanziaria, hanno il loro metodo di analisi finanziaria.
Alle banche interessano relativamente gli utili, gli interessa di più avere la garanzia che puoi ripagare certi finanziamenti concessi nel corso degli anni.
Non gli interessa sapere quanti utili avrai a fine anno, ma quanta ricchezza riuscirai a generare, questo anche in fase di Start Up, hai un progetto nuovo aziendale, quanti soldi riuscirai a fare negli anni? Il tuo progetto ha delle fondamenta solide per partire?
E’ normale che in fase di Start Up le aziende abbiamo molti costi iniziali rispetto ai ricavi e agli incassi, per via del business che deve partire ma il business plan che previsioni dà, sono informazioni attendibili o sparate a caso per fare colpo?
Su che base vengono fatte le valutazioni?
Il problema di queste Start Up è che dopo 3/4 anni dall’inizio attività quando hanno esaurito le “scorte” finanziarie non riescono a generare utili, né cassa, perché il progetto non decolla come hanno previsto, magari non hanno fatto un’analisi di fattibilità che abbia valutato i possibili rischi e problemi che poi si sono presentati.
Analisi dei flussi di cassa nel decreto crisi impresa e insolvenza
Oggi il tema analisi dei flussi di cassa e del rendiconto finanziario è centrale nel decreto crisi impresa e insolvenza, si è capito che i fallimenti aziendali si fanno principalmente per cassa, la cassa è comunque una conseguenza delle vendite commerciali.
Molti indicatori fissati per attuare il sistema di allerta, considerano le voci di Bilancio civilistico, toccando principalmente la parte patrimoniale e finanziaria dell’azienda, con riguardo a Patrimonio Netto, al peso degli oneri finanziari, alle entrate e uscite nel breve termine, al grado di indebitamento previdenziale e tributario, all’entità dei debiti, all’ebitda su attivo.
Report indici di Bilancio è necessario per completare
Il decreto crisi pone l’attenzione sulla parte principalmente finanziaria e debitoria, ma oltre a questo anche se non previsto dal decreto, ci sono report indici di Bilancio completi che ne determinano in dettaglio marginalità, andamento, situazione delle poste e segnalano l’equilibrio aziendale a 360 gradi.
Un’analisi completa va considerata nell’insieme e associa quelli che sono gli indici di crisi impresa con tutti gli altri indici economici, patrimoniali, finanziari che indicano redditività, rendimento sugli investimenti, rotazione dei debiti,crediti, del magazzino, valori da considerare nell’insieme in uno studio aziendale completo per evitare dei falsi positivi.
E’ importante fare delle simulazioni e capire perché certi valori determinano certi risultati o capire se sono stati riclassificati correttamente.
Un’azienda che arriva ad avere un Patrimonio Netto negativo, viene segnalata subito all’OCRI, è un’azienda per esempio con pochi capitali sociali, una perdita in bilancio che supera l’importo del capitale e delle riserve di utili, ecco che il patrimonio è già negativo.
Se l’azienda è in perdita significa che non fattura sufficientemente, ha costi eccessivi, magari è sovradimensionata.
E’ facile oggi partire con certi numeri di fatturato, crescere, aumentare il personale addetto e nel corso degli anni perderli un po’ alla volta o velocemente per effetto della crisi.
Spesso sono aziende che non fanno innovazione, non guardano al futuro, al mercato e non considerando le strategie di sviluppo della concorrenza.
Capita che la struttura aziendale con il suo numero di addetti, rimanga invariata nonostante ci sia stata una perdita di fatturato nel tempo, l’azienda non può sostenere una certa situazione a lungo termine, è destinata a fallire, dopo avere assorbito tutta la cassa disponibile.
In questo caso è necessario un ridimensionamento oppure un apporto da investitori esterni per nuovi progetti incrementando l’attività e quindi conseguentemente il fatturato.
Ecco che certi indicatori di bilancio se utilizzati come strumenti di prevenzione avrebbero anticipato certi problemi iniziali di perdita e di marginalità.
Perché ho una perdita? Aumenta ogni anno? Come possono intervenire per ridurre certi costi? Tutte le aziende anche le piccole dovrebbero verificare la propria redditività.
Non ho mai fatto ottimizzazione dei processi, né un’analisi dello stock per esempio. Sappiamo che il capitale circolante assorbe cassa.
Analisi dei flussi di cassa e indici bilancio per tutti
Con questo articolo voglio creare consapevolezza, la prevenzione attraverso l’analisi aziendale è fondamentale indipendentemente dal decreto crisi impresa e insolvenza.
Preoccupati di farla ugualmente anche se non hai l’obbligo del revisore, il decreto impone comunque a tutte le aziende piccole o grandi di dotarsi di assetti per fare prevenzione, come farlo però non lo dice, servono persone che lo sanno fare.
Inoltre questi assetti vanno integrati alla propria realtà aziendale con previsione flussi a medio, lungo termine sulla base di dati estrapolati da sistemi gestionali, hai bisogno di persone interne o esterne che dedichino del tempo a fare controllo e monitoraggio periodico con un certo metodo, ma è nel tuo interesse farlo.
Molte aziende, che non sono società di capitali non lo faranno, purtroppo in Italia si fanno le cose sono quando c’è l’obbligatorietà, a mio avviso sono proprio le piccole aziende, quelle più a rischio che dovrebbero utilizzare questi nuovi indicatori della crisi d’impresa come strumenti di prevenzione alla crisi.
La crisi non tocca solo le SRL, le SPA, ma tutte le aziende e spesso ci sono società di persone che dovrebbero avere una natura giuridica diversa, proprio per tutelare il patrimonio personale degli amministratori, dei soci es. nelle SNC.
Ci sono SNC che hanno certe dimensioni pari a quelle di società a responsabilità limitata, quindi rischiano parecchio.
In questo caso il rischio è soprattutto degli imprenditori che in caso di fallimento risponderanno con il proprio patrimonio personale, i propri risparmi accantonati, i beni, la casa ecc… ma conseguentemente sarà anche del personale che ci lavora; non dimentichiamo che le aziende sono fatte di persone.
Volete rischiare questo? E’ meglio prevenire che curare.
Ci sono comunque degli strumenti finanziari che permettono di tutelare il patrimonio personale da certi rischi e se fatti per tempo, in tempi non sospetti, sono impignorabili ma questo è un altro argomento, non meno importante ma magari lo tratterò in futuro.
A disposizione per la Vs. consulenza professionale.
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